Meraviglioso.
Il protagonista è un etologo che attende il passaggio delle rondini nel deserto del Sahara. Ci troviamo in Algeria.
Facendo sue le massime di un monaco vissuto in quei luoghi lunghi anni père Foucauld e ascoltando i racconti del tuareg Jabil, traduttore e sua guida, farà i conti con e stesso.
Incredibile.
Il lettore è al suo fianco, osserva con lui, vede attraverso i suoi occhi e sente...
Sono stata nel cuore del deserto sahariano, nell'Hoggar,
Nell'altopiano dell' Assekrem, considerato il centro dell'universo,
ho visitato l'eremo che père Charles de Foucauld
costruì con le proprie mani, nel 1911.
Mi sono lasciata contaminare.
Gli uomini tagil, tra di loro, si chiamano alaghj che in lingua vuol dire fratello, ed è una parola molto dolce, un respiro, impronunciabile a voce alta.
Interessante il rapporto che li lega con la scelta del proprio cammello:
"Jibril dice che ogni tagil ha nel cuore un ventricolo per ospitare l'amore della propria cammella. dice che questo non posso capirlo.[...] dice che quando un tagil sceglie la sua cammella fra i puledri di un branco, da quel momento l'animale non appartiene più alla stessa razza degli altri."
Lo shesh di Jibril non è turchina del colore tagil, ma verde del colore dell'Islam.
Jibil dice al protagonista che:"La notte serve a riposarsi dai pensieri del giorno e il giorno non dà riposo ai pensieri della notte i pensieri della notte sono tentazioni dei demoni, salpgono dalle crepe della terra come scorpioni. come gli scorpioni in cerca dell'umidità della notte per dissetare l'anima seccata."
Nel silenzio del deserto, c’è posto per i ricordi del protagonista: il Caucaso, la guerra in Bosnia, il suo amico Dinetto, le rondini, il popolo dei kubachi e della Perfetta, il samovar per fare il tè.
"Ormai è notte fonda. senza dasrlo troppo a vedere si è fatto lentamente largo tra le montagne a levante un qurto di luna crescente con la gobba all'ingiù."
E poi ho ascoltato tante storie, inventate e della tradizione.
E poi tutti a Tamanrasset, il centro più importante della società dei tuareg algerini.
Questo libro ha vinto il premio Strega 2005.
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