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I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale. AMOS OZ

lunedì 22 maggio 2017

Ho incontrato L'Arminuta!

Una grande scrittrice, una grande donna: attenta, disponibile e profonda. Donatella Di Pietrantonio.

 La presentazione del libro “L’arminuta”, che si è svolta giovedì pomeriggio presso la libreria Ianni a Giulianova,  è stata magica. La scrittrice Donatella Di Pietrantonio si è completamente donata ai suoi lettori rispondendo con sincerità, schiettezza e profondità d’animo a tutte le domande. Un’empatia che ha permesso a tutti di rimanere inchiodati alle proprie sedie, incantati e affascinati da questa donna. Lei, bambina arsitana, un po’ come Adriana personaggio chiave del libro, ha vissuto la sua infanzia in un ameno paesino abruzzese.

Alla domanda: “Qual è il personaggio a cui sei affezionata?” lei ha risposto: “ Adriana, ma soprattutto Vincenzo nei confronti del quale prova un senso di colpa profondo… e non sveliamo perché!”

Un libro che parla di Abruzzo,  di tradizioni e riti. Vengono citati gli arrosticini e la coperta abruzzese che, presente come scenografia in libreria,  ha talmente affascinato la scrittrice da volercisi immortalare con una foto.

La stura è stata data dall’attore Piero Cantelli della compagnia “Pempti” che ha interpretato la lettera di Ennio Flaiano a Pasquale Scarpitti nel video realizzato dal giornalista Marco Calvarese.

Il video ha talmente emozionato Donatella Di Pietrantonio da influenzare la risposta alla domanda

 “Come fa a conciliare lavoro e scrittura?”;  ha affermato: “Di giorno lavoro, la notte scrivo e, come dice Flaiano nella lettera, l’abruzzese è molto dedito al lavoro e nella cultura contadina scrivere non “fa campare”. Questo retaggio culturale mi condiziona un po’ e credo che il mio lavoro di odontoiatra mi permetta di scrivere senza alcun rimpianto.”
Insomma un incontro memorabile per un libro straordinario: racconta la storia di una tredicenne che scopre di essere stata data in affidamento all’età di sei mesi e, per motivi a lei incomprensibili, ritorna nella casa della famiglia d’origine, una famiglia molto povera. Lei, abituata alla città, ad un ambiente colto all’agiatezza dovrà fare i conti con la fame, con il pregiudizio e con il cambiamento fulmineo. Un nuovo stile di vita. Costretta ad “affrontare” se stessa  e tutte le paure ed ansie che un doppio abbandono comporta.


Tutto è incorniciato da una sapiente scrittura, asciutta ma con un grande potere evocativo. Questa capacità mantiene vivo l’interesse anche dopo che il lettore chiude il libro. Donatella Di Pietrantonio riesce a penetrare i sentimenti di chi legge con sapienza e comporre le frasi con maestria inserendo le frasi in dialetto abruzzese al momento giusto,  un dialetto veloce e contratto. Certo il linguaggio risulta a tratti colorito, ma al contempo espressivo e ricco di suggerimenti.

Michela Murgia recensendo il libro ha detto: ”Non si può dire veramente chi si è, se non si capisce prima di chi si è.” E l’arminuta cioè la ritornata scoprirà la verità? Scoprirà la sua identità?

2 commenti:

  1. La trama del libro sempre interessante e attuale.
    Saluti a presto.

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  2. abbiamo bisogno di scrittrici interessanti che abbiano qualcosa da dire e che noi godiamo nel leggerle.

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