L'ho finito e l'ho riletto e poi ho sottolineato, ho preso appunti e mi sono annotata tante di quelle cose!
COME SI LEGGE UN LIBRO e perché è scritto da un grandissimo critico letterario ancora vivente; Harold Bloom. Uno studio accurato, una competenza e una conoscenza che solo pochi hanno. Il suo sapere mi ha affascinato e le sue feroci critiche (considera Dario Fò ridicolo e Doris Lessing non meritevole del premio Nobel per la letteratura ricevuto) oltre a divertirmi (la sua ironia è sottile, pungente, ma intelligente), mi hanno fatto riflettere sulla moltitudine di brutti libri che arrivano e che, talvolta, prendono polvere (per fortuna!)
Il prologo (dal titolo: Perchè leggere?) inizia così: "
Se gli individui vogliono conservare la capacità di esprimere opinioni e giudizi autonomi, è importante che continuino a leggere per se stessi. Non sempre possiamo scegliere come leggere e che cosa leggere, ma il perchè deve essere rappresentato soltanto dal nostro personale interesse. E continua: "
Non leggere per contraddire o confutare, nè per credere o dare per scontato, e nemmeno per trovare parole o discorsi, bensì per ponderare e riflettere" E ancora:"
[...] i piaceri della lettura sono più egoistici che sociali. Leggendo meglio o con maggiore profondità non si apporta alcun miglioramento diretto alla vita altrui." E poi spiega, attraverso cinque principi il motivo per cui si dovrebbe leggere (non ve li espongo, così magari vi incuriosisco...) Conclude:
"Vi esorto a trovare quanto si avvicina davvero a voi, quanto può essere usato per ponderare e riflettere. Leggete in profondità, non per credere, non per accettare, non per contraddire, bensì per imparare a partecipare dell'unica natura che scrive e legge."
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Harold Bloom |
Il libro è diviso in cinque parti Racconti, Le poesie, Romanzi I,Il teatro, Romanzi II con un Epilogo divertente e intelligente dal titolo: Come completare il lavoro. Shakespeare e Dante Alighieri sono per lui l'esempio supremo di bravura e poi spiega facendo esempi concreti, critica analizzando con cura e se disapprova lo fa con cognizione di causa, come si suol dire una critica costruttiva e non distruttiva.
In fin dei conti, perché mi dovrei accontentare di una scrittura semplice, banale e ripetitiva?
E voi?
(immagini prese da internet)