Lavorando in libreria, mi sono accorta che, in questi ultimi due anni, è esploso il 'proibito'. Non sono impazzita, ora mi spiego meglio. Ho notato che molti titoli hanno a che fare con questa parola, per essere più precisi con il participio passato del verbo proibire. Leggete qui: "Il gusto proibito dello zenzero (2010), Il gusto probito della cannella (2011), Il gioco proibito (2010 è una saga-urban fantasy). Insomma... un intruglio di aromi e divieti che ha conquistato il lettore che , incuriosito, prende il libro in mano, legge la trama, controlla il prezzo e lo acquista. A questo punto però vi parlo del mio preferito: IL GUSTO PROIBITO DELLO ZENZERO.
Questa è una bella descrizione: "Il camion avanzava, goffo e pesante, su un reticolo di buche, e infine si fermò, rantolando, con uno stridio di freni. I passegeri vennero fatti scendere; quelli che lavoravano al campo dovevano prendere una certa direzione, i visitatori un'altra". Sembra udire il camion che frena bruscamente, sembra sentire lo stridolìo meccanico e il rumoreggiare delle persone che scendono. E' un bel libro, credetemi.
Già la parola stessa è un invito a curiosare ""proibito"
RispondiEliminaMetterci il naso vul dire misurarsi con i propi limiti.
...forse perché, sin dalla notte dei tempi, il concetto di "proibito" attira non poco... Tra l'altro, come ben puoi notare, sono caduta io stessa in questo vortice, fermandomi per un saluto proprio su questo articolo ;)
RispondiEliminaE' un'operazione di marketing che funziona alla grande, ahah! Eh... se solo Adamo ed Eva avessero avuto la nozione di "marketing"... ahahah!
Grazie per avermi portato al tuo blog, passo poco da Blogger perché mi risulta difficile ricevere gli aggiornamenti, però prima o poi scoprirò come aggirare il problema ;)
Spero di risentirti presto!
Un bacio,
Paola