ER PRESEPIO
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé 'sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v'odiate,
si de st'amore non capite gnente...
Pé st'amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare 'na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l'amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
Trilussa
stupenda interpretazione di Gigi Proietti di un Trilussa che denuncia una grande verità...
RispondiEliminaciao Stefania, ti auguro un buon Natale
ho provato a leggere la poesia a voce alta con cadenza in romanesco, uno schifo, meglio sotto voce.
RispondiEliminaParole che vorrei mettere in dubbio quelle di Trilussa, il clima è cambiato dopo Parigi, almeno questa nuova volontà di riscoprire le nostre tradizioni un pochetto facciano meditare sulla figura della famiglia: un babbo, una mamma un figlio. Stefania auguri di buon Natale e delle prossime feste. Abbi cura di te e quanti ahi nel cuore.
Grande Trilussa e grande Proietti.Versi che fanno riflettere ancora oggi sulla ipocrisia dell'apparire.
RispondiEliminaOggi si sente davvero il bisogno di ritrovarsi e ritrovarci attorno ad un simbolico presepe accogliente,ricco di calore e generosità.Buon Natale Stefania.
molto bella e intensa questa poesia di Trilussa!!!!!auguri di cuore, buon Natale Lory
RispondiEliminaIntensa e vera! Auguri sinceri dibuon Natale e buone letture!
RispondiEliminaTrilussa mi appassiona sempre. Mi sono presa l'"anno sabatico"...chissà, forse un giorno tornerò a scrivere nel blog, questa sera, comunque, son qui per farti gli auguri per un 2016 ricco di tante belle cose!
RispondiEliminaScusa...m'è scappata via una B: anno sabbatico!
RispondiEliminaDifficile capire: la poesia non è sul presepio (che non è di Trilussa) ma sulla guerra: La Ninna Nanna de la guerra
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