Questa poesia mi fa riflettere: "Quanti saranno coloro che trascorreranno il Natale in solitudine? Quanti saranno costretti a viverlo come una sciocca consuetudine? Quanti lo festeggiaranno?
Io, nel frattempo, vi consiglio di regalare un libro che contenga le poesie di Ungaretti.
NATALE
di Giuseppe Ungaretti 1916Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Quando il mondo della scuola aveva dichiarato guerra alla mia persona, Ungaretti era tra quelli che desideravo prendere a calci. Chiaramente in quel periodo la mia ignoranza scolastica non aveva limiti.
RispondiEliminaAdesso sono leggermente migliorato, ma sono rimasto sotto la media.
:D :D
bellissima...un natale vissuto nel cuore...senza apparenza...
RispondiEliminabuon pomeriggio
lella
penso sia triste trascorrere il natale da soli, ma capita, succede a tanta gente, purtroppo.
RispondiEliminaLa misi nel post dell'anno scorso nel blog per gli auguri di Natale...è molto vera, sembra si debba essere esaltati per forza, purtroppo per chi è solo o ammalato o quando non si è nemmeno potuto fare l'albero e i regali per mancanza di soldi....è il giorno peggiore.
RispondiEliminaBuona giornata un caro saluto.
Ho sempre pensato che regalare a Natale un libro o un disco sia sempre un ottimo modo per farsi apprezzare...e lo confermo ancora oggi!
RispondiEliminaQuest'anno è il mio primo brutto natale della mia vita. Sarà un giorno come un altro: niente luci e addobbi, niente albero, niente auguri, niente regali... niente di niente. Ho perso mio padre 5 mesi fa e con lui tutta la voglia di andare avanti.
RispondiEliminache meraviglia sempre !!! ottimo suggerimento Stefania!
RispondiEliminaOh che bello mi hai fatto tornare in mente la mia infanzia...l'ho imparata per un Natale questa poesia....
RispondiEliminaA dire il vero i miei Natali sono sempre così...famiglia, focolare..e il resto dello stress fuori...
Ciao Stefania,amo la poesia ma non quella di ungaretti,mentre Buzzati l'ho letto tutte e il "Deserto"più volte.
RispondiEliminaIl mio sogno da ragazzo era di lavorare in una libreria ma poi ho intrapreso altre strade ma mi rimangono le mie visite settimanali tra la carta stampata,con grande sispedio di denaro.
Ciao,fulvio
Buon Natale e tante cose belle.
RispondiEliminaAssapora il profumo del pane sa di pace.
Ungaretti è come il Piccolo Principe sempre a portata di mano quando sono in crisi di fantasia e morbidezza e rileggo.
Il cappello parla di solitudie non voluta, il buio che tanta parte di noi affianca. Una preghira verrebbe da sussurrare ma chi sa che non l'abbiano loro consumata invano più di una volta. Tendiamo una mano seguita da un sorriso.
Buongiorno nuova amica amante dell'odore della carta impregnata di parole.
RispondiEliminaLa poesia che proponi ti entra entro per bellezza e profondità: nella sua semplicità trasmette il messaggio della solitudine festiva, quell'amarezza che si tinge di tristezza, quando i festeggiamenti fragorosi fanno sentire vivo il desiderio familiare.
Buon tutto, cara.
un abbraccio
annamaria
Ed io, rispondo al magnifico Ungaretti, con il grande Garcia Lirca...
RispondiEliminaDio in fasce
"E così,
Dio scomparso,
che voglio averti.
Piccolo cembalo di farina
per il neonato.
Brezza e materia
unite nell'espressione esatta
per amor della carne
che non sa il tuo nome.
E così,
forma breve d'inefferabile rumore,
Dio in fasce,
Cristo minuscolo ed eterno,
mille volte ripetuto,
morto,
crocifisso,
dall'impura parola
dell'uomo che suda."
Serene Feste da Gata...